L’Arte della Guerra applicata al trading sportivo

L’Arte della Guerra applicata al trading sportivo

Come molti altri professionisti, ho trovato ispirazione nell’antico trattato di Sun Tzu, “L’Arte della Guerra“, per affinare il mio approccio al trading sportivo.

Si tratta di un interessante parallelismo tra il più classico, antico e famoso testo di arte militare esistente e lo sport trading, un campo dove strategia, tattica e mindset giocano ruoli fondamentali.

Ho provato a fare una riflessione su questi parallelismi e su come i principi senza tempo di Sun Tzu possono essere applicati a questo campo unico, trasformando il modo in cui operiamo e pensiamo nel trading sportivo.

La strategia: il cuore del successo

Sun Tzu enfatizza l’importanza della strategia come la chiave per vincere ogni battaglia e, allo stesso modo, nel trading sportivo, la strategia rappresenta il disegno complessivo che guida ogni decisione.

Per me, questa strategia è basata su una comprensione profonda dei mercati sportivi, un’analisi accurata dei dati storici e una selezione ponderata degli eventi su cui investire. Oltre a questo, che credo sia basilare quanto importante, la mia è una strategia che dura sul lungo termine e che parte da una preparazione mentale e fisica, oltre che organizzativa. 

Sun Tzu dice: “La strategia senza tattiche è il cammino più lento verso la vittoria. Le tattiche senza strategia sono il rumore prima della sconfitta.” Questo significa che una strategia ben definita deve essere supportata da tattiche efficaci. Nel mio caso, la strategia si focalizza su eventi specifici, scegliendo mercati come, prendendo d’esempio il calcio, il mercato dei goal e applicando una metodologia rigorosa per valutare le probabilità di successo. 

Conoscere sé stessi e “l’avversario”

Uno dei principi cardine di Sun Tzu è “Conosci te stesso e conosci il tuo nemico. Mille battaglie, mille vittorie.” Nel contesto del trading sportivo, questo si traduce nella necessità di comprendere sia le proprie capacità e limitazioni, sia le dinamiche del mercato che dei bookmakers.

Conoscere sé stessi significa essere consapevoli delle proprie emozioni, dei propri punti di forza e delle proprie debolezze. Ad esempio, ho imparato che il mio punto di forza risiede nella mia capacità di analisi dettagliata e nel mantenere un mindset positivo anche di fronte alle perdite. Al contrario, ho dovuto lavorare duramente per migliorare la gestione dello stress e la disciplina nel seguire rigorosamente la mia strategia senza farsi influenzare dalle fluttuazioni momentanee del mercato.

Conoscere il “nemico”, che nel trading è il mercato, implica un’analisi continua e dettagliata dei dati, delle statistiche e delle tendenze. Questo include lo studio delle performance passate delle squadre, delle condizioni meteo e perfino, delle formazioni e delle strategie degli allenatori. Solo con una comprensione approfondita di questi elementi si può sperare di fare previsioni accurate e prendere decisioni informate.

L’importanza della flessibilità

Sun Tzu insegna che la flessibilità è essenziale per il successo. “In guerra, la situazione è fluida; coloro che non sono in grado di adattarsi alla situazione saranno sconfitti.” Questa lezione è estremamente rilevante nel trading sportivo, dove le condizioni del mercato possono cambiare rapidamente e inaspettatamente.

Per me, la flessibilità si traduce nella capacità di adattare le tattiche in tempo reale. Ad esempio, durante una partita, le condizioni possono cambiare drasticamente a causa di infortuni, espulsioni o cambiamenti climatici. Essere in grado di reagire prontamente a questi cambiamenti e adattare la propria strategia è fondamentale. Utilizzo strumenti di analisi live per monitorare continuamente le partite e fare aggiustamenti rapidi alle mie posizioni.

Questa, come è facile intuire, è una delle qualità che di base può essere innata ma che è possibile allenare, migliorare e accrescere nel tempo. Come? Solo con uno studio costante, che poi è in effetti il prossimo punto che voglio approfondire. 

La preparazione: La chiave del successo

La vittoria si ottiene prima ancora di entrare in battaglia,” scrive Sun Tzu. Questo principio sottolinea l’importanza della preparazione meticolosa, costante, metodica e trasversale. Nel trading sportivo, la preparazione significa raccogliere dati, analizzare statistiche, studiare le squadre e i giocatori, e sviluppare una strategia solida basata su queste informazioni.

La mia preparazione inizia con l’analisi dei dati storici e delle performance passate. Utilizzo fogli di calcolo e database personalizzati per tracciare i risultati e identificare modelli ricorrenti. Inoltre, studio le tendenze attuali del mercato e le condizioni specifiche di ogni partita. Questa fase di preparazione mi permette di avere una base solida su cui costruire le mie previsioni e prendere decisioni informate. Richiede tempo? Senza dubbio. Ma credo che il primo è migliore investimento che si possa fare è sulla gestione del proprio tempo.

La gestione del rischio

Sun Tzu ci insegna anche l’importanza di valutare e gestire il rischio. “Chi conosce i rischi e come evitarli sarà vittorioso.” Nel trading sportivo, la gestione del rischio è cruciale per il successo a lungo termine. Questo include la determinazione di quanto capitale investire in ogni evento e l’implementazione di strategie di diversificazione per minimizzare le perdite potenziali.

Io applico molto tempo alla gestione del rischio, diversificando le mie posizioni tra diversi eventi e mercati. Utilizzo anche tecniche di stop-loss per proteggere il mio capitale in caso di risultati sfavorevoli. Questo approccio mi permette di mantenere una stabilità finanziaria e di ridurre l’impatto delle perdite inevitabili. Ovviamente questo è un argomento molto soggettivo. Il rischio, infatti, o la percezione di esso, è qualcosa di molto personale e soggettivo: esistono professionisti del trading che hanno una propensione al rischio molto bassa ed altri che invece si sentono motivati ed esaltati dal rischio stesso, tanto da considerarlo un punto a favore per la propria strategia, come uno stimolo per uscire dalla propria zona di comfort. L’importante è capire come calibrare la cosa secondo le proprie attitudini. 

La psicologia del trading

Sun Tzu dice: “Il più grande nemico è dentro di noi.” Questa affermazione sottolinea l’importanza del controllo emotivo e della disciplina mentale nel trading sportivo. Le emozioni possono influenzare negativamente le decisioni e portare a comportamenti impulsivi e irrazionali.

Negli anni di attività professionale nello sport trading ho imparato che il controllo delle emozioni è essenziale per il successo, ma anche per avere il controllo sui momenti negativi. Questo include mantenere la calma durante le perdite e rimanere disciplinati nel seguire la strategia stabilita. Pratico tecniche di mindfulness e meditazione per mantenere la mente lucida e focalizzata. Inoltre, evito di prendere decisioni affrettate basate su impulsi emotivi e mi concentro invece su analisi razionali e ponderate. Qui puoi approfondire alcuni aspetti della psicologia di un trader.  

La perseveranza e la pazienza

La perseveranza conduce al successo” insegna Sun Tzu. Nel trading sportivo, la perseveranza e la pazienza sono virtù indispensabili. Il successo non arriva dall’oggi al domani; richiede tempo, dedizione e la capacità di imparare dai propri errori.

Ho sperimentato personalmente l’importanza della perseveranza. Ci sono stati momenti in cui le perdite ci sono state, come d’altra parte possono esserci momenti down in ogni ambito professionale, ma la determinazione a migliorare e la volontà di imparare dai miei errori mi hanno permesso di superare le difficoltà. Ogni perdita è un’opportunità per apprendere e affinare la mia strategia. La pazienza mi aiuta a rimanere focalizzato sugli obiettivi a lungo termine e a non essere distratto dai risultati a breve termine. 

Conclusioni

Sembra strano, eppure un libro così antico sembra scritto oggi, frutto del mondo in cui viviamo. L’Arte della Guerra di Sun Tzu offre insegnamenti preziosi che possono essere applicati con successo al trading sportivo. Dalla strategia alla flessibilità, dalla preparazione alla gestione del rischio, dai controlli emotivi alla perseveranza, ogni principio ha una rilevanza diretta nel nostro campo. Applicando questi insegnamenti, possiamo trasformare il nostro approccio al trading sportivo, migliorando le nostre decisioni e aumentando le nostre probabilità di successo.

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Cosa serve per diventare Trader Sportivo: le 10 caratteristiche abilitanti

Cosa serve per diventare Trader Sportivo: le 10 caratteristiche abilitanti

Diventare Trader Sportivo Professionista è un’impresa impegnativa, e sono poche le persone che riescono a raggiungere questo obiettivo.

Il motivo è semplice: il professionista deve possedere contemporaneamente molteplici qualità e caratteristiche imprescindibili. La figura dello Sport Trader, e la sua attività lavorativa, richiedono infatti una specializzazione tecnica e un bagaglio di competenze personali che, oltre a rappresentare una ‘conditio sine qua non’ per la partenza, assicurano anche la riuscita del piano progettuale previsto.

Andando oltre alla parte puramente tecnica e strategica, esaminiamo uno ad uno i 10 skill a mio parare necessari per intraprendere questa professione:

1. Propensione al rischio

Un Trader Sportivo ha in generale una elevata propensione al rischio. 

Non sono adatte le persone che hanno un atteggiamento prudenziale rispetto alla gestione finanziaria nello specifico, e alla vita in generale.

Del resto i grandissimi benefici che può offrire il successo in questa tipologia di lavoro sono così elevati proprio perché l’attività di Sport Trader rientra tra le attività finanziarie generalmente ad alto rischio.

Metodo e controllo sono fondamentali, mentre la prudenza e l’ansia sono fattori fortemente limitanti per diventare un trader sportivo.

Questo non è il luogo per cercare certezze, l’unica sicurezza che uno Sport Trader possiede è la consapevolezza del proprio metodo e delle proprie capacità.

2. Budget e visione finanziaria

Un professionista nell’ambito dello Sport Trading è dotato di un budget predefinito, così come avviene in qualsiasi attività finanziaria legata al mondo degli investimenti, e così come dovrebbe essere al momento di iniziare qualsiasi nuova attività.

Il budget deve essere totalmente separato dai movimenti finanziari personali e aziendali. E’ gestito con tecniche di money management ed è rigorosamente indipendente dal fabbisogno finanziario primario del Trader, che teoricamente dovrebbe essere in grado di sostenere senza problemi la perdita totale del budget stanziato. 

Personalmente ho sempre affrontato la questione con una mentalità imprenditoriale: per me predefinire un budget equivale esattamente al versamento del capitale sociale nel momento in cui una nuova società viene fondata. Tale versamento è per definizione “capitale di rischio” e quindi è potenzialmente esposto a rischio perdita.

3. Visione a Lungo Termine

Un professionista ha necessariamente una visione a lungo termine.

Le sue performance, nonché il rendimento del capitale destinato a tale attività (per definizione ‘yield’) sono misurate generalmente nell’arco dell’anno solare, come avviene per il bilancio di ogni attività economica.

Personalmente, investendo nel mercato degli eventi legati al Calcio nei principali campionati europei, utilizzo l’arco temporale su cui solitamente si spalmano tali eventi, con le stagioni sportive che generalmente vanno da metà Agosto a fine Maggio, a cui saltuariamente si aggiungono appuntamenti eccezionali estivi (come Europei o Mondiali) che valuto appunto come eventi eccezionali fuori stagione.

Avere una visione a lungo termine non è antitetica ad una programmazione e misurazione sul breve periodo, anzi tutt’altro. I miei OKR (Objectives and Key Results) annuali sono infatti suddivisi su base mensile e gli stessi, a loro volta, ripartiti su base settimanale.

Ciò non toglie che un professionista debba avere pazienza e visione a lungo termine, anche per gestire i momenti di down che sono inevitabilmente fisiologici.

4. Entrate Diversificate

Il mercato degli eventi sportivi non è l’unico ambito di investimento di uno Sport Trader, anche se ovviamente rappresenta il terreno fondamentale, principale e prioritario.

Come accade per le altre attività finanziarie, diversificare i propri investimenti, e anche il proprio lavoro, assicurandosi diversi tipi di entrate economiche, aiuta a spalmare il rischio finanziario e ad alleggerire l’inevitabile peso psicologico dell’attività.

Il mio primo lavoro fino a qualche anno fa era focalizzato sulle aziende che ho fondato, gestito e contribuito a far crescere; questo lavoro mi è servito anche a costruire un mindset utile nel mondo dello Sport Trading.

Da qualche anno invece i ruoli si sono invertiti: lo Sport Trading è diventato il primo lavoro, mentre le mie aziende, ormai mature, rappresentano la seconda fonte di reddito e di energia dedicata. E la base solida per affrontare gli altri progetti. 

5. Competenza Specifica di Settore

Warren Buffett, uno dei miei punti di riferimento in materia di investimenti, sostiene come principio cardine che si deve investire solo negli ambiti di cui si conoscono le dinamiche.

Credo che questo sia un principio assolutamente fondamentale.

Un professionista, come in questo caso il Trader Sportivo, non è un tuttologo, e non si lascia coinvolgere in qualsiasi tipologia di evento. Al contrario, lui conosce molto bene degli ambiti ben precisi e si muove all’interno degli stessi.

Qual è la competenza specifica di uno Sport Trader? La sua attività consiste essenzialmente nel dare una lettura corretta all’andamento di un evento sportivo, e nell’agire di conseguenza in termini di investimento. Per leggere correttamente un evento sportivo è quindi necessaria una conoscenza approfondita delle dinamiche dell’evento stesso e dello sport in questione.

Ad esempio, personalmente, pur essendo appassionato di tutto il Calcio a livello mondiale, focalizzo i miei investimenti solo sui principali campionati europei (Inghilterra, Italia, Francia, Spagna e Germania), rispetto ai quali possono contare sulle mie competenze specialistiche.

6. Metodo

Non esiste un metodo universale che agevoli il diventare un trader sportivo, né tantomeno una formula magica.

Ma allo stesso tempo non esiste alcun professionista senza un proprio metodo codificato.

Il metodo è soggettivo, individuale, costruito grazie ad anni di sperimentazioni ed errori, spesso costosi, e soggetto a costante ottimizzazione e miglioramento.

Anni fa, quando ho iniziato ad avere la consapevolezza di poter trasformare questa passione in lavoro, ho subito compreso l’esigenza di una metodologia codificata. Rigida, spesso difficile da rispettare e causa di insofferenza, ma indispensabile per creare quella forma di disciplina davvero essenziale per un Trader Sportivo.

Poi nel tempo quel metodo sicuramente troppo rigido (ma funzionale) si è alleggerito e aperto a delle “variazioni sul tema” che ne hanno aumentato le performance. Ma nella fase iniziale è stato essenziale e mi ha aiutato a costruire la mia professionalità e una solida base lavorativa.

7. Resilienza

La Resilienza è definita in psicologia come la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.

Per chi vuole diventare Trader Sportivo la resilienza rappresenta sicuramente un punto di forza, in un mondo che non offre certezze ed espone a fasi difficili determinate dalla varianza o dalle bad run. In questo caso l’esperienza, la visione a lungo termine, la tenacia e la consapevolezza di sé e dei propri mezzi sono fondamentali.

La resilienza si allena, proprio come ogni altra caratteristica psicofisica del proprio corpo.

Come si allena? 

Nel mio caso ho trovato molto utile conoscere teoria e tecnica dei processi mentali che influenzano i processi decisionali, al fine di migliorarli e di renderli sempre più resistenti all’evento o al periodo stressante.

Ma la sola teoria come in tutti i campi non basta, perché il vero allenamento, come nelle prestazioni atletiche, è determinato dalla ripetizione del gesto. Di conseguenza, nel caso dello Sport Trading, è importante imparare a gestire i momenti fisiologici di difficoltà: dopo averli affrontati con lo spirito giusto, e anche superati e vinti, si acquisisce quella consapevolezza delle proprie potenzialità che non può mancare in questo tipo di professione. 

8. Umiltà

Atteggiamento umile, autocritico e aperto al cambiamento come forma di miglioramento: questo è essenziale in un settore in continua evoluzione come lo Sport Trading.

Il termine e la definizione (in inglese) di coachability rendono meglio l’idea:

Coachability is the combination of the mindsets and behaviors for continuously integrating feedback to drive growth and change within ourselves.

In questo mondo i feedback sono dettati dai i dati che devono sempre guidare il professionista al miglioramento attraverso un approccio autocritico e costruttivo.

Come descritto in precedenza costruirsi una propria Metodologia è fondamentale per affrontare con profitto questo tipo di attività. La costruzione di un buon metodo richiede necessariamente la capacità di imparare dagli errori, che a sua volta richiede la capacità di umile autocritica. Nel mio caso non è stato difficile essendo da sempre predisposto all’apprendimento e al cambiamento, intesa come continua possibilità di migliorarmi, sotto tutti i punti di vista.

Socrate affermava “Io so di non sapere” per predisporre se stesso alla totale apertura nei confronti dell’apprendimento, e personalmente ho da sempre fatto mio questo concetto.

9. Supporto esterno

Per chi si cimenta a livello professionale in questa professione credo sia fondamentale avere dei propri punti di riferimento, siano essi amici o familiari.

L’uomo è un’animale sociale e come tale non può vivere in isolamento.

Un Trader Sportivo tende solitamente a condividere poco della propria attività, per tanti motivi: dalla sensibilità dei dati finanziari in questione, fino ad un pregiudizio nei confronti di un settore spesso accostato, a torto, al mondo delle scommesse e del gioco.

Per questo motivo è naturale per un professionista condividere con pochi intimi la quotidianità di un lavoro molto stimolante ma a tratti stressante, e l’appoggio di quei pochi è essenziale.

Per quanto mi riguarda ho avuto la fortuna di beneficiare, sin dai primi esperimenti, dell’appoggio incondizionato della mia compagna, allora fidanzata e adesso moglie, che mi ha sempre sostenuto e mai ostacolato, soprattutto nei momenti difficili.

E se sono qui a scrivere questo blog lo devo in gran parte a parte a lei.

10. Predisposizione alla Mobilità

Se da un lato uno Sport Trader ha l’invidiabile possibilità di vivere ovunque ci sia una connessione internet, dall’altro ha la sfortuna di lavorare in un contesto legislativo e fiscale destrutturato e spesso ostacolato.

Non tutti i paesi infatti consentono al professionista del settore di utilizzare piattaforme professionali (betting exchange / betting brokerage) e soprattutto di regolamentare fiscalmente le sue entrate.

Personalmente è questa la motivazione che ha guidato il mio fortunato trasferimento in Slovenia, un paese moderno, aperto e libero, che mi permette di esercitare questa professione.

Al contrario in Italia avrei dovuto lavorare in un panorama di illegalità: assolutamente demotivante e ingiusta nei confronti di chi ha l’abilità di praticare con profitto questa bellissima attività.

Paura del Successo: la mia esperienza di Sport Trader

Paura del Successo: la mia esperienza di Sport Trader

La prima paura che ho incontrato nel mio percorso di autoanalisi è stata proprio la paura del successo

La sua stessa esistenza sembra andare contro la logica comune. Perché mai una persona sana di mente dovrebbe aver paura di raggiungere il successo?

Eppure la paura del successo (chiamata anche paura della riuscita o nikefobia) è più comune di quanto non si pensi.

E ad oggi mi è quasi incredibile ricordare che questa paura mi ha limitato per quasi 20 anni, in diversi ambiti.

Solitamente si mostrava in modo sadico, attraverso l’autosabotaggio.

In pratica ogni volta che arrivavo ad un livello di successo più alto del normale, inevitabilmente mi imbattevo in una circostanza imprevista. Oppure commettevo un errore stupido, che demoliva tutto e mi obbligava a ripartire da zero.

Anche durante l’adolescenza, nel mio percorso scolastico e nello sport, sono sempre stato quello molto bravo e talentuoso che ci andava vicino. Ma a cui mancava sempre qualcosa.

In qualunque ambito mi cimentassi, ottenevo ottimi risultati: partivo benissimo (solitamente a razzo), facevo poca fatica e arrivavo sempre a un passo dal successo completo.

La verità è che il successo fa paura. Oggi lo so.

Perché il successo fa paura?

Il successo fa paura a te stesso e agli altri, perché ti cambia radicalmente, ti allontana da quello che sei stato fino a quel momento e da come gli altri ti vedono e ti vogliono vedere.

Con il successo hai il centro dell’attenzione, come un bambino di 3 anni che riceve tutte le attenzioni, che può desiderare tutto e ottenere tutto. E questo fa paura.

Fa paura pensarsi diversi, fa paura esporsi, non solo alle (poche) ammirazioni ma anche e soprattutto alle (tante) invidie.

Successo vuol dire completa “Libertà” e questo ad alcuni può fare spavento.

Nel mio caso non direttamente, perché ho sempre ambito a raggiungere il successo. Ma magari a chi vorrebbe che restassi sempre uguale.

Purtroppo sono cresciuto in un contesto culturale ed educativo in cui il successo è sempre stato ostacolato. A differenza del contesto educativo americano, ad esempio, in cui il successo è la massima aspirazione, è alla portata di tutti e viene supportato e stimolato continuamente.

Come raggiungere il successo?

In Italia tutte le istituzioni che concorrono alla formazione di una persona ostacolano in qualche modo il successo. Dallo Stato che preferisce avere dipendenti pubblici senza libertà di pensiero  piuttosto che imprenditori lungimiranti, alla Scuola che non insegna l’ambizione, che non coltiva il sogno del bambino o dell’adolescente. Fino ai Genitori, che vorrebbero i loro bambini sempre uguali e sempre vicino casa.

Se hai successo diventi libero, e questo fa paura. (D’altronde l’erba voglio esiste solo nel giardino del Re, ti dicono… giusto??)

Succede quindi che, in modo inconsapevole, percepisci i rischi di un successo, i rischi di deludere chi ami, i rischi di cambiare Stato o i rischi di rinnegare i tuoi principi educativi.

E allora è più facile autosabotarsi.

Come ho risolto il problema

Come dice Igor Sibaldi, ponendosi le domande. Ed ecco alcune delle mie:

  • Sei pronto ad esporti?
  • Sei pronto ad avere il centro dell’attenzione?
  • Sei pronto ad essere invidiato e criticato?
  • Sei pronto a poter desiderare tutto quello che vuoi?
  • Sei pronto ad allontanarti da chi vuole che tu rimanga sempre lo stesso?
  • Sei pronto ad aggirare gli ostacoli di chi ti metterà i bastoni tra le ruote?
  • Sei pronto eventualmente a cambiare Stato?
  • Sei pronto a cambiare il tuo pensiero?
  • Sei pronto a realizzare la vita che (solo tu) vuoi?

Quando ho risposto con un “” convinto ed emozionato a tutte queste domande è iniziato il mio personale viaggio verso successo!

Perché proprio lo Sport Trading?

Perché proprio lo Sport Trading?

Crescita e Libertà sono in assoluto in valori principali che orientano la mia vita personale e professionale.

Oggi, con 23 anni di Sport Trading all’attivo, 9 dei quali di professionismo, posso affermare senza alcun dubbio che per me questo ambito è stato il più grande strumento di crescita personale e di raggiungimento della libertà individuale.

Tuttavia per molto tempo essere uno Sport Trader è stato abbastanza complicato.

Senza dubbio è normale che un processo di apprendimento fatto di prove, errori, sfide e pressioni sia impegnativo.

Ma a questo si è aggiunta a lungo la naturale insicurezza nel percorrere una strada poco battuta. Nessun caso di successo da cui imparare. Nessuna comprensione dal mondo esterno. Senso comune di traverso.

Probabilmente a causa di questa combinazione di fattori nella prima fase del mio percorso professionale ho sempre privilegiato la carriera imprenditoriale. E ho lasciato da parte il mio percorso come Sport Trader, nonostante i numeri a favore.

Solo alla soglia dei miei 40 anni, un traguardo particolarmente delicato dal punto di vista psicologico (aggravato dal fatto di averli compiuti in lockdown), ho capito che fosse arrivato il momento. Il momento di credere completamente nel percorso che mi ero costruito e mi aveva già offerto tante soddisfazioni.

Il momento di cambiare posto al mio impegno imprenditoriale, cambiandone forma e proporzioni. A discapito del giudizio altrui.

I motivi per cui ho scelto lo Sport Trading

Sono sostanzialmente 4 le motivazioni per cui ho scelto di dedicarmi allo Sport Trading e soprattutto ad iniziarlo a considerare a tutti gli effetti il mio primo lavoro.

In ordine, la passione per lo sport e per gli investimenti, l’aspirazione alla crescita, il desiderio di libertà, il gusto della sfida.

La passione per lo sport e per gli investimenti

Lo Sport Trading unisce due mie grandi passioni: quella per il Calcio e quella per gli Investimenti.

La passione per il Calcio, come per molti, affonda le radici nella mia infanzia. Anni in cui il pallone è stato il mio inseparabile migliore amico. Anni in cui il calcio è diventato uno sport praticato a buon livello. Anni in cui fare goal era per me l’unico obiettivo.

La passione per gli Investimenti nasce in età decisamente più matura. Simboleggia l’abilità e il piacere di “vedere in anticipo”. L’attrazione per il rischio calcolato. La soddisfazione per la crescita del capitale e dell’esperienza.

Lo Sport Trading mi offre quotidianamente tutto questo.

La crescita personale

Ho sempre aspirato alla crescita personale e all’acquisizione di nuove competenze.

Nel tempo ho scoperto che questa professione, per le sue caratteristiche intrinseche, richiede una preparazione globale e un miglioramento continuo di me stesso. Il che si ripercuote anche in tutti gli altri ambiti della mia vita e della mia esperienza, quotidianamente.

Come nello Sport, anche nel Trading, non puoi essere un professionista ad alti livelli se non curi aspetti fondamentali come l’alimentazione, l’esercizio fisico e l’organizzazione delle tue routine quotidiane. 

E ancora, per essere competitivo ogni giorno devi sapere gestire il tuo budget dal punto di vista economico (money management) . 

E non solo, perché devi crescere in modo esponenziale anche sotto l’aspetto mentale. In particolare, imparare a gestire emozioni, vittorie, sconfitte e migliorare i processi decisionali. 

La verità è che essere diventato un professionista nello Sport Trading mi ha reso non solo un Imprenditore ma anche un uomo migliore.

Sarebbe stato difficile trovare un altro ambito altrimenti sfidante e allenante.

La libertà

Lo Sport Trading mi ha aiutato a raggiungere la libertà, forse in assoluto il mio obiettivo preferito.

A partire dalla Libertà Finanziaria, grazie alle dimensioni enormi del mercato, all’ingente liquidità circolante e ad una strategia adeguata. In questo modo ho potuto ottenere risultati altrimenti irraggiungibili con ordinarie attività imprenditoriali. Sempre proporzionalmente ad un fattore rischio correlato sopra alla media.

Lo Sport Trading mi ha permesso inoltre di raggiungere la più totale Libertà Geografica. Mi ha permesso infatti di spostarmi tra città stimolanti come Londra, New York o Barcellona. E di scoprire quanto l’ambiente che mi circonda eserciti un’influenza sulle mie performance.

Tuttavia la libertà più importante che questa magnifica attività mi ha donato è la Libertà di Tempo. Una libertà che sono riuscito a costruire anche grazie ad una strategia ad hoc rispettosa di questo valore, al pari del profitto economico.

Ad oggi il Trading non mi tiene molto occupato. Un paio di ore al giorno durante la settimana e tutti i pomeriggi e le prime serate del weekend, quando la concentrazione di eventi è maggiore.

Il resto del tempo lo posso investire nella cura di me stesso, nella mia crescita personale e nel tempo libero, con notevole beneficio per il mio benessere e per i miei risultati professionali.

La Sfida

Ho sempre avuto problemi di motivazione, causati dalla mia tendenza ad annoiarmi quando un’attività diventa abitudinaria.

Lo Sport Trading è stato per diverso tempo una scoperta e una grande sfida contro “quello che dicono non si possa fare”. E ad oggi ha ancora la capacità di rinnovare sfide quotidiane relative al miglioramento della propria performance.

In più, l’aggiornamento continuo richiesto dall’evoluzione dei mercati e degli strumenti mantiene sempre alta la soglia della mia attenzione. La sfida è sempre attiva nello Sport Trading e rappresenta parte del suo fascino.

Il Trading Sportivo, molto di più di una professione

La vita è fatta di scelte, di percorsi e di sogni. Lo Sport Trading, per me, rappresenta molto più di una semplice professione: è un viaggio in corso, un’avventura che mi permette quotidianamente di svelare parti di me stesso. È l’opportunità di mettermi alla prova ogni giorno, di crescere, di vivere la mia visione di libertà e, soprattutto, di dimostrare che con passione, determinazione e dedizione, è possibile sfidare le barriere tradizionali e le percezioni del mondo circostante.

A tutti coloro che si avvicinano a questo mondo o a qualsiasi altro percorso non convenzionale, dico: seguite il vostro cuore, credete nelle vostre capacità e non abbiate paura di sfidare lo status quo. La strada potrebbe presentare ostacoli, ma le soddisfazioni e le scoperte che offre sono immense.

Ogni giorno nel mondo dello Sport Trading rappresenta un nuovo capitolo di questa avventura, e sono entusiasta di ciò che il futuro mi riserva. Ricordate sempre: come in ogni sfida, la vera vittoria sta nel percorso, non nella destinazione.

Cosa ti insegna il Tennis Trading

Cosa ti insegna il Tennis Trading

Nei miei primi anni da Sport Trader, in quegli anni in cui ancora cercavo di capire se il mio sogno fosse realizzabile o meno, il Tennis Trading è stata una mia grande passione, oltre che un grande allenamento in ambito mindset.

Praticare quotidianamente il Tennis Trading è particolarmente difficile per lo stress psicofisico a cui ti sottopone e per il tanto tempo passato davanti al pc per seguire le lunghissime partite dei vari tornei principali.

Anche quando in seguito mi sono abituato alla tipologia di stress, dopo aver trovato e testato una strategia interessante e percorribile, ho deciso di non proseguire questo percorso proprio per questi motivi.

Credo infatti che uno dei segreti più importanti per avere successo in questo lavoro sia quello di trovare un equilibrio tra attività professionale e vita privata.

Avere la fortuna di poter fare un lavoro bellissimo, di poter gestire il proprio tempo, guadagnare discrete somme ma non avere tempo libero ed occasioni di vita sociale è per me assolutamente inutile.

Il Tennis Trading è stato però per me maestro di vita in ambito Sport Trading, e i suoi insegnamenti mi hanno di fatto reso uno Sport Trader migliore, offrendomi l’opportunità di applicare quanto appreso nel Tennis in uno sport più prevedibile e meno schizofrenico come il Calcio.

Ecco una sintesi dei principali insegnamenti del Tennis Trading:

Selezione degli Eventi 

Il Tennis ti insegna che non puoi seguire ogni singola partita, ma devi imparare a selezionare.

Ogni settimana ci sono almeno due tornei importanti, uno maschile e uno femminile, e ognuno di essi conta un numero importante di eventi.

Ogni giorno quindi l’offerta è molto ampia ed è impossibile seguirli tutti, per cui impostare immediatamente dei criteri di selezione è questione di sopravvivenza.

Qui sostanzialmente nasce il mio processo decisionale basato sulla continua esclusione di candidati alla selezione, e alla continua riduzione delle possibilità di scelta.

Questa impostazione mi ha aiutato molto nella gestione dei weekend dedicati al calcio, in cui seguo in media 6 campionati, quindi indicativamente 60 eventi: tra questi devo selezionare solo 4-5 eventi o massimo 6.

Crescere a piccoli passi

Il mio approccio al Tennis Trading non è particolarmente indicato per una strategia “High Stake” come quella che solitamente applico nel Calcio.

L’impostazione strategica è spesso basata sul trovare alte quote (chi solitamente tra i due tennisti è visto dal mercato come sfavorito) e sull’intercettare, spesso in corso di evento, un movimento di quota in discesa per una classica operazione di Trading, dove si compra bene (quota alta) e si vende meglio (a quota più bassa).

La strategia quindi è spesso basata su una quantità di movimenti quotidiani superiore alla mia operatività ordinaria nel Calcio. Più movimenti a margini ridotti.

Sebbene la mia impostazione strategica successiva e attuale sia diametralmente opposta, il Tennis Trading ti insegna ad apprezzare i piccoli passi avanti e a percepire il risultato finale, il tuo obiettivo, come un insieme di piccoli passi, tanti in avanti e qualcuno necessariamente indietro.

In una strategia, come quella attuale, basata su pochi movimenti di alto valore, questo tipo di formazione mi ha aiutato a visualizzare il risultato globale di una stagione, da intendere come l’insieme di tanti piccoli passi quotidiani che determinano il rendimento della settimana, del mese e, mese dopo mese, dell’intera stagione.

È cambiata solo l’unità di misura, nel Tennis è il giorno mentre nel Calcio è la stagione, ma l’insegnamento è il medesimo: nessun boom, ma crescita passo dopo passo, giorno dopo giorno.

Accettare la sconfitta

Per un motivo molto simile a quello precedente il Tennis Trading mi ha allenato ad accettare la sconfitta e a considerarla come una parte naturale del processo, indipendentemente dalla natura dell’errore.

Come detto il Tennis Trading è basato su una molteplice quantità di movimenti quotidiani (mediamente 4/5) a margine ridotto, rispetto alla mia attuale strategia su Calcio che prevede 20/25 movimenti mensili ad alto valore, sia come investimento che come margine.

È comprensibile che 130/150 movimenti mensili, perlopiù riguardanti alte quote (quindi ragionando contro mercato) ti espone molto di più all’evento della sconfitta rispetto a 25 movimenti mensili eseguiti spesso in favore di mercato.

Le differenze nel rapporto vittoria/sconfitta sono importanti (il win rate, passa da un 55% a un 70%) e questo ti allena molto a percepire l’evento sconfitta come normale.

La verità incontrovertibile è che non puoi vincere sempre, sia perché la varianza fa parte del gioco, sia perché l’errore umano fa parte del processo di apprendimento.

Ma di fronte a questa realtà che sembra naturale e fisiologica per tutti, poi la verità è che la differenza nella reazione ad un evento avverso come la sconfitta, magari imprevista, magari ingiusta, fa la differenza tra un approccio professionale e quello amatoriale.

Un errore porta spesso ad una sensazione di frustrazione, una sconfitta può dare inizio a un periodo di til che si trasforma molto spesso in bad run, ovvero in sequenze di errori che possono incidere sul morale e sulle performance successive.

Nel Tennis puoi perdere un investimento corretto per una pallina fuori di un millimetro, una situazione molto più snervante rispetto ad altri sport, e per questo molto più allenante a livello di mindset.

Ragionare in termini di Trading

Il Tennis Trading è per sua natura molto più “Trading” rispetto al mondo del Calcio, dove i movimenti sono più compassati e in molti casi possono anche non muoversi fino all’esito finale.

Proprio per questo il Tennis mi ha allenato molto di più nello staccarmi dalla percezione “evento sportivo” o dal ragionamento legato al denaro, focalizzandomi su concetti come “marginalità” e privilegiando un approccio “data driven” basato sull’analisi statistica dei dati relativi ai propri movimenti.

Esattamente come prima, quello che nel Tennis succede in un arco temporale ridotto, come l’analisi del giorno o della settimana, nel Calcio succede nell’arco di un mese o di una stagione, ma il meccanismo è il medesimo, e quanto appreso è di notevole importanza.

Questo approccio mi ha insegnato a distaccarmi dalla percezione del denaro, permettendomi di impostare una strategia High Stake senza soffrire la pressione tipica di un investimento elevato.

Nella mia mente lo Stake (il valore di ogni mio singolo movimento) è semplicemente un numero determinato matematicamente da un rapporto con il Budget complessivo a disposizione.

Da questo punto di vista 10, 1.000 o 20.000 non fa differenza, e questo lo devo all’approccio “matematico”, più lucido e meno emotivo, formato grazie ad anni di Tennis Trading.

Tenere i nervi saldi

La molteplicità degli eventi quotidiani e il conseguente aumento della probabilità degli eventi avversi, alcuni di questi molto più assurdi rispetto al mondo del Calcio, come un nastro su break point che devia in modo decisivo e irreversibile la pallina fuori dal campo, mi ha allenato alla tenuta nervosa.

Il tempo di analisi, risposta, reazione, decisione è notevolmente limitato nel Tennis Trading e questo ti obbliga ad assorbire e ripristinare velocemente il tuo equilibrio psicologico in brevissimo tempo.

Non è affatto facile, ed è anche per questo che considero il Tennis Trading poco più di una passione e un perfetto campo di allenamento, ad esempio nella sessione estiva, quando i campionati europei sono fermi e quando l’erba di Wimbledon diventa spesso campo di ispirazione e appunto allenamento.

Difficile però per me tenere questo ritmo tutto l’anno; con range di investimento più elevati, tipici di un’attività professionale, avrei rischiato seriamente di non avere vita privata e altre attività.

Tuttavia l’insegnamento è prezioso perché esattamente come un calciatore professionista che durante la preparazione estiva mette a dura prova i propri muscoli con allenamenti di intensità maggiore rispetto al normale (i famosi gradoni di Zeman sono l’esempio più evidente), lo stesso succede dal punto di vista psicologico: quando torni poi al ritmo normale tutto ti sembra più semplice e naturale.

Imparare a fermarsi

Il ritmo frenetico del Tennis Trading ti aiuta a capire quando è il caso di fermarti. In una giornata potresti eseguire anche 10 movimenti ma in modo naturale mi capitava di percepire che 5 erano sufficienti.

Sono abbastanza abitudinario e credo, per il mio modo di apprendere e di vivere, che una buona abitudine si debba costruire attraverso piccoli passi quotidiani. Per questo motivo non amo fermarmi, anche se ogni tanto è necessario.

Grazie al Tennis Trading ho imparato ad ascoltare il mio corpo e a percepire chiaramente quando il piacere si stava trasformando in dovere perdendo quel lato ludico che per me rimane fondamentale.

In questo modo, traslato in una strategia come quella attuale, anche se molto meno provante a livello di ritmo e di tempo, ho capito che scegliere ogni tanto di interrompere un ritmo ordinario e preconfigurato, magari per godersi una domenica completamente libera (investendo sui campionati europei i miei weekend sono spesso molto più densi rispetto alla settimana) non è affatto un male, anzi può aiutare a ricaricare le batterie per amplificare le mia percezioni e le mie intuizioni nei periodi immediatamente successivi.

Imparare ad aspettare

Imparare ad aspettare è stata per me la sfida più difficile; sono sempre stato veloce e spesso impulsivo, mosso dalla voglia di passare immediatamente all’azione.

In una disciplina molto più “Trading” come il Tennis rispetto al Calcio, è fondamentale attendere il momento giusto per entrare e per uscire, e a volte per pazientare.

L’evento tennistico dal punto di vista dell’andamento delle quote è spesso schizofrenico, a volte può succedere che entri nel momento sbagliato e la quota anziché scendere aumenta vertiginosamente perché il match in quel momento prende una direzione diversa rispetto a quella che avevi previsto.

Ma non vuol dire che non possa tornare al punto di partenza per uscirne con un pareggio o addirittura che non si possa rovesciare la situazione per uscirne con 

Una partita di tennis è molto lunga già quando giocano al meglio dei 3 set, nei grandi slam dove giocano al meglio dei 5 è lunghissima e può succedere di tutto.

È lì che si forgia l’abilità nell’aspettare, nel limitare l’eccitazione legata al desiderio di azione privilegiando il lucido equilibrio che ti permette di trovare il timing giusto per entrare e uscire. Tutta questione di esperienza e di esercizio.

Nel Calcio succede di meno, ma questo approccio acquisito all’inizio mi aiuta ad attendere il giusto per investire, selezionando in modo lucido tra la moltitudine di opportunità che il palinsesto mi pone continuamente davanti.

In un approccio High Stake questo è ancora fondamentale, controllare la voglia incredibile di azione che è fisiologica per attendere il momento giusto in cui sferrare l’attacco vincente.

Un po’ come un’aquila in contemplazione prima di sferrare l’attacco alla preda, saper aspettare il momento giusto è decisivo.

Allenare la disciplina

Allenare la disciplina non è affatto semplice; ricordo che inizialmente scrivevo le regole fondamentali della mia strategia e usavo mia moglie come “controllore”. 

È questione di formazione, forse anche culturale: un tedesco è più portato a seguire le regole (a casa sua) e forse manca di creatività, mentre un italiano è spesso riluttante alla regola, ma è al contrario un’esplosione di creatività e di problem solving.

Il Tennis Trading ti insegna ad essere rigoroso, a codificare i pattern e le situazioni in cui, secondo la tua strategia, è consigliabile entrare e ad evitare le eccezioni in quanto i margini ridotti non permettono uscite fuori dal percorso.

Sicuramente allenante e anche adesso il mio approccio strategico è costituito da codifiche abbastanza rigide di comportamento, ancora più utili quando gli importi di investimento salgono in modo importante.

Ho sempre ritenuto, infatti, che la tutela principale del mio budget investito fosse questa, la codifica precisa delle situazioni in cui muoversi, validate e confermate anno dopo anno grazie all’esperienza, ai dati e ai risultati.

Il mio sistema di regole infatti si arricchisce ogni anno, ampliando le possibilità di manovra rispetto ai movimenti che sono risultati vincenti, come eccezioni, nell’anno precedente.

Per arricchire ogni anno il portafoglio dei movimenti codificati è tuttavia necessario lasciare spazio alla fantasia, alla creatività, all’ispirazione e alla sperimentazione.

Per questo motivo dedico una parte ridotta del budget annuale a movimenti liberi a stake ridotto nell’ambito dei quali sperimento, libero la mia fantasia e mi apro a nuove conoscenze.