Trading Sportivo: non è un mestiere per prudenti

Davide Renna

In questo lavoro il “coraggio” è una componente decisiva. 

L’ho capito fin da quando ho mosso i primi passi nel mondo del Trading Sportivo.

È vero che negli articoli di questo blog ribadisco spesso l’importanza della disciplina, della preparazione, del controllo delle emozioni. Tutto giusto, ma non basta.

Questo è un lavoro in cui, me ne sono reso conto subito, tenere il freno a mano tirato fa la differenza tra il profitto e il pareggio.

Avere un metodo solido, una corretta gestione del denaro, stabili routine e processi decisionali strutturati sono essenziali per raggiungere il primo obiettivo di chiunque si occupi di trading sportivo: proteggere il proprio denaro.

Tuttavia, una volta protetto, la differenza tra il pareggio e il profitto è proprio la capacità di andare oltre, di accettare una buona dose di rischio e di fidarsi delle proprie sensazioni.

Tutto facile in teoria, anche perché chi decide di avventurarsi in questo percorso, probabilmente ha già una buona dose di coraggio.

Attenzione ai condizionamenti esterni

Il problema nasce quando il coraggio viene limitato da condizionamenti esterni, quali ad esempio una condizione psicofisica non ottimale o un periodo negativo alle spalle.

Per quanto mi riguarda il primo fattore è una condizione prioritaria, perché stare bene fisicamente e mentalmente è fondamentale anche solo per iniziare a svolgere questo tipo di attività.

Mi capita invece più spesso di filtrare eccessivamente gli eventi su cui investire, non fidandomi delle mie prime percezioni e trovando sempre nuovi elementi oggettivi per non procedere.

Questo è quello che io chiamo “avere il freno a mano tirato”, ovvero troppa prudenza.

Come si può ovviare a questo problema?

Da una parte credo che sia abbastanza fisiologico, e quindi una naturale conseguenza, dopo un periodo di bad run o dopo un errore tecnico particolarmente gravoso. In questi casi si passa all’estremo opposto della prudenza per compensare e trovare di nuovo il tuo equilibrio.

D’altro canto però, tenere ben a mente alcuni fattori aiuta a riprendere una naturale confidenza con il rischio.

☑️ Nulla dipende da un solo evento

Quando ripartiamo dopo una bad run o dopo errori tecnici dobbiamo ricordarci che il singolo evento, la singola scelta, giusta o sbagliata che sia, non possono compromettere l’andamento del lungo periodo.

Il risultato sul lungo periodo è probabilmente compromesso da quello che ci lasciamo alle spalle, ovvero errori tecnici prevedibili ed evitabili.

Ma non dal singolo giudizio su un evento e quindi da una singola posizione.

☑️ I numeri non sono tutto 

Spesso dopo un periodo non particolarmente felice diventiamo troppo razionali, poiché non ci fidiamo del nostro intuito e influenziamo la nostra valutazione con criteri troppo oggettivi.

In realtà, sempre quando siamo in una buona condizione psicofisica, dobbiamo fidarci e concedergli almeno tanto valore quanto i dati oggettivi.

☑️ La continuità è importante

Un atteggiamento troppo prudenziale ci porta a investire in meno posizioni, ma soprattutto a saltare interamente alcune giornate, magari povere di alternative.

Tuttavia bisogna sempre tenere a mente che non è importante solo la qualità, ma anche la quantità delle posizioni che apriamo.

Una cosa che ho imparato con il tempo, è quanto sia fondamentale, dopo un periodo non positivo, riprendere immediatamente confidenza con “il campo” anche se le posizioni su cui investiamo non sono perfette al 100% ma le nostre intuizioni ci indirizzano in tal senso.

Per questi motivi mai dimenticare che qualsiasi attività legata al mondo degli investimenti, come nel trading sportivo, necessita di mente leggera e propensione al rischio

Aspetti che dobbiamo coltivare e allenare costantemente.

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