Nei miei primi anni da Sport Trader, in quegli anni in cui ancora cercavo di capire se il mio sogno fosse realizzabile o meno, il Tennis Trading è stata una mia grande passione, oltre che un grande allenamento in ambito mindset.
Praticare quotidianamente il Tennis Trading è particolarmente difficile per lo stress psicofisico a cui ti sottopone e per il tanto tempo passato davanti al pc per seguire le lunghissime partite dei vari tornei principali.
Anche quando in seguito mi sono abituato alla tipologia di stress, dopo aver trovato e testato una strategia interessante e percorribile, ho deciso di non proseguire questo percorso proprio per questi motivi.
Credo infatti che uno dei segreti più importanti per avere successo in questo lavoro sia quello di trovare un equilibrio tra attività professionale e vita privata.
Avere la fortuna di poter fare un lavoro bellissimo, di poter gestire il proprio tempo, guadagnare discrete somme ma non avere tempo libero ed occasioni di vita sociale è per me assolutamente inutile.
Il Tennis Trading è stato però per me maestro di vita in ambito Sport Trading, e i suoi insegnamenti mi hanno di fatto reso uno Sport Trader migliore, offrendomi l’opportunità di applicare quanto appreso nel Tennis in uno sport più prevedibile e meno schizofrenico come il Calcio.
Ecco una sintesi dei principali insegnamenti del Tennis Trading:
Selezione degli Eventi
Il Tennis ti insegna che non puoi seguire ogni singola partita, ma devi imparare a selezionare.
Ogni settimana ci sono almeno due tornei importanti, uno maschile e uno femminile, e ognuno di essi conta un numero importante di eventi.
Ogni giorno quindi l’offerta è molto ampia ed è impossibile seguirli tutti, per cui impostare immediatamente dei criteri di selezione è questione di sopravvivenza.
Qui sostanzialmente nasce il mio processo decisionale basato sulla continua esclusione di candidati alla selezione, e alla continua riduzione delle possibilità di scelta.
Questa impostazione mi ha aiutato molto nella gestione dei weekend dedicati al calcio, in cui seguo in media 6 campionati, quindi indicativamente 60 eventi: tra questi devo selezionare solo 4-5 eventi o massimo 6.
Crescere a piccoli passi
Il mio approccio al Tennis Trading non è particolarmente indicato per una strategia “High Stake” come quella che solitamente applico nel Calcio.
L’impostazione strategica è spesso basata sul trovare alte quote (chi solitamente tra i due tennisti è visto dal mercato come sfavorito) e sull’intercettare, spesso in corso di evento, un movimento di quota in discesa per una classica operazione di Trading, dove si compra bene (quota alta) e si vende meglio (a quota più bassa).
La strategia quindi è spesso basata su una quantità di movimenti quotidiani superiore alla mia operatività ordinaria nel Calcio. Più movimenti a margini ridotti.
Sebbene la mia impostazione strategica successiva e attuale sia diametralmente opposta, il Tennis Trading ti insegna ad apprezzare i piccoli passi avanti e a percepire il risultato finale, il tuo obiettivo, come un insieme di piccoli passi, tanti in avanti e qualcuno necessariamente indietro.
In una strategia, come quella attuale, basata su pochi movimenti di alto valore, questo tipo di formazione mi ha aiutato a visualizzare il risultato globale di una stagione, da intendere come l’insieme di tanti piccoli passi quotidiani che determinano il rendimento della settimana, del mese e, mese dopo mese, dell’intera stagione.
È cambiata solo l’unità di misura, nel Tennis è il giorno mentre nel Calcio è la stagione, ma l’insegnamento è il medesimo: nessun boom, ma crescita passo dopo passo, giorno dopo giorno.
Accettare la sconfitta
Per un motivo molto simile a quello precedente il Tennis Trading mi ha allenato ad accettare la sconfitta e a considerarla come una parte naturale del processo, indipendentemente dalla natura dell’errore.
Come detto il Tennis Trading è basato su una molteplice quantità di movimenti quotidiani (mediamente 4/5) a margine ridotto, rispetto alla mia attuale strategia su Calcio che prevede 20/25 movimenti mensili ad alto valore, sia come investimento che come margine.
È comprensibile che 130/150 movimenti mensili, perlopiù riguardanti alte quote (quindi ragionando contro mercato) ti espone molto di più all’evento della sconfitta rispetto a 25 movimenti mensili eseguiti spesso in favore di mercato.
Le differenze nel rapporto vittoria/sconfitta sono importanti (il win rate, passa da un 55% a un 70%) e questo ti allena molto a percepire l’evento sconfitta come normale.
La verità incontrovertibile è che non puoi vincere sempre, sia perché la varianza fa parte del gioco, sia perché l’errore umano fa parte del processo di apprendimento.
Ma di fronte a questa realtà che sembra naturale e fisiologica per tutti, poi la verità è che la differenza nella reazione ad un evento avverso come la sconfitta, magari imprevista, magari ingiusta, fa la differenza tra un approccio professionale e quello amatoriale.
Un errore porta spesso ad una sensazione di frustrazione, una sconfitta può dare inizio a un periodo di til che si trasforma molto spesso in bad run, ovvero in sequenze di errori che possono incidere sul morale e sulle performance successive.
Nel Tennis puoi perdere un investimento corretto per una pallina fuori di un millimetro, una situazione molto più snervante rispetto ad altri sport, e per questo molto più allenante a livello di mindset.
Ragionare in termini di Trading
Il Tennis Trading è per sua natura molto più “Trading” rispetto al mondo del Calcio, dove i movimenti sono più compassati e in molti casi possono anche non muoversi fino all’esito finale.
Proprio per questo il Tennis mi ha allenato molto di più nello staccarmi dalla percezione “evento sportivo” o dal ragionamento legato al denaro, focalizzandomi su concetti come “marginalità” e privilegiando un approccio “data driven” basato sull’analisi statistica dei dati relativi ai propri movimenti.
Esattamente come prima, quello che nel Tennis succede in un arco temporale ridotto, come l’analisi del giorno o della settimana, nel Calcio succede nell’arco di un mese o di una stagione, ma il meccanismo è il medesimo, e quanto appreso è di notevole importanza.
Questo approccio mi ha insegnato a distaccarmi dalla percezione del denaro, permettendomi di impostare una strategia High Stake senza soffrire la pressione tipica di un investimento elevato.
Nella mia mente lo Stake (il valore di ogni mio singolo movimento) è semplicemente un numero determinato matematicamente da un rapporto con il Budget complessivo a disposizione.
Da questo punto di vista 10, 1.000 o 20.000 non fa differenza, e questo lo devo all’approccio “matematico”, più lucido e meno emotivo, formato grazie ad anni di Tennis Trading.
Tenere i nervi saldi
La molteplicità degli eventi quotidiani e il conseguente aumento della probabilità degli eventi avversi, alcuni di questi molto più assurdi rispetto al mondo del Calcio, come un nastro su break point che devia in modo decisivo e irreversibile la pallina fuori dal campo, mi ha allenato alla tenuta nervosa.
Il tempo di analisi, risposta, reazione, decisione è notevolmente limitato nel Tennis Trading e questo ti obbliga ad assorbire e ripristinare velocemente il tuo equilibrio psicologico in brevissimo tempo.
Non è affatto facile, ed è anche per questo che considero il Tennis Trading poco più di una passione e un perfetto campo di allenamento, ad esempio nella sessione estiva, quando i campionati europei sono fermi e quando l’erba di Wimbledon diventa spesso campo di ispirazione e appunto allenamento.
Difficile però per me tenere questo ritmo tutto l’anno; con range di investimento più elevati, tipici di un’attività professionale, avrei rischiato seriamente di non avere vita privata e altre attività.
Tuttavia l’insegnamento è prezioso perché esattamente come un calciatore professionista che durante la preparazione estiva mette a dura prova i propri muscoli con allenamenti di intensità maggiore rispetto al normale (i famosi gradoni di Zeman sono l’esempio più evidente), lo stesso succede dal punto di vista psicologico: quando torni poi al ritmo normale tutto ti sembra più semplice e naturale.
Imparare a fermarsi
Il ritmo frenetico del Tennis Trading ti aiuta a capire quando è il caso di fermarti. In una giornata potresti eseguire anche 10 movimenti ma in modo naturale mi capitava di percepire che 5 erano sufficienti.
Sono abbastanza abitudinario e credo, per il mio modo di apprendere e di vivere, che una buona abitudine si debba costruire attraverso piccoli passi quotidiani. Per questo motivo non amo fermarmi, anche se ogni tanto è necessario.
Grazie al Tennis Trading ho imparato ad ascoltare il mio corpo e a percepire chiaramente quando il piacere si stava trasformando in dovere perdendo quel lato ludico che per me rimane fondamentale.
In questo modo, traslato in una strategia come quella attuale, anche se molto meno provante a livello di ritmo e di tempo, ho capito che scegliere ogni tanto di interrompere un ritmo ordinario e preconfigurato, magari per godersi una domenica completamente libera (investendo sui campionati europei i miei weekend sono spesso molto più densi rispetto alla settimana) non è affatto un male, anzi può aiutare a ricaricare le batterie per amplificare le mia percezioni e le mie intuizioni nei periodi immediatamente successivi.
Imparare ad aspettare
Imparare ad aspettare è stata per me la sfida più difficile; sono sempre stato veloce e spesso impulsivo, mosso dalla voglia di passare immediatamente all’azione.
In una disciplina molto più “Trading” come il Tennis rispetto al Calcio, è fondamentale attendere il momento giusto per entrare e per uscire, e a volte per pazientare.
L’evento tennistico dal punto di vista dell’andamento delle quote è spesso schizofrenico, a volte può succedere che entri nel momento sbagliato e la quota anziché scendere aumenta vertiginosamente perché il match in quel momento prende una direzione diversa rispetto a quella che avevi previsto.
Ma non vuol dire che non possa tornare al punto di partenza per uscirne con un pareggio o addirittura che non si possa rovesciare la situazione per uscirne con
Una partita di tennis è molto lunga già quando giocano al meglio dei 3 set, nei grandi slam dove giocano al meglio dei 5 è lunghissima e può succedere di tutto.
È lì che si forgia l’abilità nell’aspettare, nel limitare l’eccitazione legata al desiderio di azione privilegiando il lucido equilibrio che ti permette di trovare il timing giusto per entrare e uscire. Tutta questione di esperienza e di esercizio.
Nel Calcio succede di meno, ma questo approccio acquisito all’inizio mi aiuta ad attendere il giusto per investire, selezionando in modo lucido tra la moltitudine di opportunità che il palinsesto mi pone continuamente davanti.
In un approccio High Stake questo è ancora fondamentale, controllare la voglia incredibile di azione che è fisiologica per attendere il momento giusto in cui sferrare l’attacco vincente.
Un po’ come un’aquila in contemplazione prima di sferrare l’attacco alla preda, saper aspettare il momento giusto è decisivo.
Allenare la disciplina
Allenare la disciplina non è affatto semplice; ricordo che inizialmente scrivevo le regole fondamentali della mia strategia e usavo mia moglie come “controllore”.
È questione di formazione, forse anche culturale: un tedesco è più portato a seguire le regole (a casa sua) e forse manca di creatività, mentre un italiano è spesso riluttante alla regola, ma è al contrario un’esplosione di creatività e di problem solving.
Il Tennis Trading ti insegna ad essere rigoroso, a codificare i pattern e le situazioni in cui, secondo la tua strategia, è consigliabile entrare e ad evitare le eccezioni in quanto i margini ridotti non permettono uscite fuori dal percorso.
Sicuramente allenante e anche adesso il mio approccio strategico è costituito da codifiche abbastanza rigide di comportamento, ancora più utili quando gli importi di investimento salgono in modo importante.
Ho sempre ritenuto, infatti, che la tutela principale del mio budget investito fosse questa, la codifica precisa delle situazioni in cui muoversi, validate e confermate anno dopo anno grazie all’esperienza, ai dati e ai risultati.
Il mio sistema di regole infatti si arricchisce ogni anno, ampliando le possibilità di manovra rispetto ai movimenti che sono risultati vincenti, come eccezioni, nell’anno precedente.
Per arricchire ogni anno il portafoglio dei movimenti codificati è tuttavia necessario lasciare spazio alla fantasia, alla creatività, all’ispirazione e alla sperimentazione.
Per questo motivo dedico una parte ridotta del budget annuale a movimenti liberi a stake ridotto nell’ambito dei quali sperimento, libero la mia fantasia e mi apro a nuove conoscenze.
Davide Renna è un imprenditore ed esperto di trading sportivo, dedicato a promuovere la crescita finanziaria e l’innovazione.