Ho scritto questo articolo qualche tempo fa, e ora che mi ritrovo nuovamente su suolo americano, precisamente a New York, mentre avvio il secondo step della stagione di trading, ritengo sia il momento perfetto per condividerlo.
Gli americani le chiamano “belief”: si tratta di una serie di credenze radicate nel loro sistema educativo, scolastico, culturale o religioso.
Chi ha mai frequentato un qualsiasi corso di matrice americana ha senz’altro notato che alla base del loro operato c’è sempre questo sistema di credenze, purtroppo spesso errate e limitanti.
Personalmente ho potuto testare in molti ambiti, da quello imprenditoriale a quello nutrizionale, per esempio, che avere delle convinzioni limitanti porti spesso fuori rotta limitando l’ampiezza dei possibili risultati.
La buona notizia, scoperta lungo il percorso sperimentando e apprendendo nuovi concetti, è che qualsiasi credenza limitante è semplicemente un dato errato scritto nel nostro “hard disk”.
In quanto tale è perfettamente cancellabile e sovrascrivibile con un dato corretto e soprattutto potenziato.
Relativamente al mondo dello Sport Trading è stato proprio così.
Se 20 anni fa, quando ho iniziato, avessi avuto modo di cambiare le mie radicate, e limitate credenze, avrei di certo accelerato il mio percorso professionale.
Sport Trading: passione o professione?
All’inizio del mio percorso non credevo che avrei potuto trasformare la mia passione in una professione.
Prima di tutto perché mancavano elementi di paragone, esempi che mi facessero capire “ecco, lui ce l’ha fatta, quindi si può fare!”.
Ancora oggi è in parte così, in quanto l’attività di Sport Trader è fortemente deregolamentata sia a livello legislativo che a livello di contenuti, ed è ancora molto difficile trovare esempi validi a supporto delle proprie convinzioni.
Se ora è difficile, 20 anni fa era assolutamente impossibile.
E quanti, come me, hanno mosso i primi passi nel settore in quegli anni, hanno dovuto lavorare duramente e con un forte spirito autocritico per individuare la strada giusta. Nonostante la diffidenza imperante.
Ad ogni modo, anche l’idea che sia possibile avere successo in un campo solo se esistono altri esempi di successo è una convinzione limitante, che fortunatamente non mi ha condizionato.
Un’altra forte convinzione limitante era rappresentata dal collegamento percettivo di questo settore con il mondo delle scommesse sportive. E, inevitabilmente, con le devianze patologiche connesse e con i collegati dettami moralistici e puritani, sulla base della matrice ideologica e religiosa della diffidenza.
Oggi le mie condizioni sono radicalmente cambiate.
Attraverso i risultati raggiunti, i contesti internazionali in cui ho vissuto e un mondo che finalmente sta cambiando anche a livello comunicativo (il termine Sport Trading posiziona l’ambito su un livello percettivo più dignitoso).
Quali sono i miei principali belief legati al mondo dello Sport Trading?
Nel tempo ho costruito delle convinzioni solide sulla base dei vari fattori che hanno decretato il mio successo.
- Per prima cosa lo Sport Trading è una professione, assolutamente equiparabile ad altri ambiti professionali.
- Lo spirito che accompagna uno Sport Trader è legato poco al divertimento e molto alla crescita personale relativamente a mindset, processi decisionali e strategie di gestione del capitale.
- È una professione per pochi, ma non per pochissimi.
- È una professione rischiosa, ma non meno di qualsiasi attività imprenditoriale (parlo per esperienza diretta).
- È una professione bellissima perché mi permette di girare il mondo.
- È una professione con importanti margini di crescita e di scalabilità economica.
- È una professione che aiuta a migliorare in tanti aspetti non strettamente di natura tecnica (la tenuta mentale, l’alimentazione, i processi decisionali e la gestione finanziaria), predisponendo all’eccellenza anche in altre professioni.
- È un contesto che nei prossimi 10 anni esploderà e forse finalmente godrà della sua legittimazione e del suo giusto risalto.
Ancora più profondo e particolarmente utile è stato il lavoro sui belief legati a me stesso, ovvero sulla considerazione che ho di me stesso e sulla mia capacità di raggiungere i risultati e gli obiettivi che mi sono prefissato.
Non ha caso “Io raggiungo sempre i miei obiettivi!” è un belief che ho scritto tanto tempo fa nel mio hard disk perfettamente resettato.
Per questo motivo consiglio a chiunque voglia cominciare un nuovo percorso, come il mio o anche completamente differente, di partire da qui: dall’esplicitare le proprie credenze limitanti e dal sovrascriverle con convinzioni potenzianti.
Basta partire da qualunque corso Mindvalley e il gioco è fatto!
L’effetto sarà meraviglioso.
Davide Renna è un imprenditore ed esperto di trading sportivo, dedicato a promuovere la crescita finanziaria e l’innovazione.