L’inganno del tempo: cambiare prospettiva per abbracciare il successo

Davide Renna

Ho sempre avuto un problema: la mia eterna fretta.

Nella vita ho inseguito la velocità sempre e comunque. Nel privato e nella professione.

Velocità nel prendere una decisione, nell’acquistare un bene o un servizio, nel prepararmi al mattino. Velocità a tutti i costi.

Qualcosa tuttavia è cambiato, forse a causa delle volte in cui ho preso una decisione corretta, ho cambiato rotta al primo segnale negativo e ho poi scoperto che avevo ragione all’inizio. 

Oppure perché ho passato i 40 e ho capito che il correre veloce ti porterebbe altrettanto velocemente alla destinazione finale, ma chi vuole raggiungere velocemente il punto di arrivo di questo splendido percorso che è la vita?

Imparare dai propri errori e cambiare prospettiva

Ho avuto dei segnali che mi hanno fatto riflettere, ad esempio nel momento in cui spiegavo alla mia mental coach la mia insoddisfazione nel non aver chiuso subito un rapporto di lavoro con un mio manager. Avevo capito fin dal principio che la persona in questione non aveva idee, valori e visioni coerenti con le mie (e quindi con quelle della mia azienda); però ho aspettato oltre il periodo di prova di 4 mesi, e ho chiuso il rapporto dopo ben 14 mesi.

Avevo sempre valutato questa mia esperienza come un evidente errore fino a quando proprio la mia mental coach ha chiuso una nostra sessione con un interrogativo. “E se questo episodio fosse espressione della tua esigenza di dilatare le tempistiche, del patto che hai fatto con te stesso di imparare ad aspettare?”. 

Credo sia proprio andata così e lo vivo quotidianamente in altre situazioni.

A volte mi alzo più tardi, cosa che prima non ero abituato a fare, perché mi sentivo in ritardo con gli impegni giornalieri. 

Un giorno, erano le 8:00, e mentre mi facevo la barba allenavo il mio inglese ascoltando la BBC alla radio fino a quando il giornalista inglese ha esordito con un “Good Morning, it’s 7:00 o’ clock”.

In quel momento ho avuto una sorta di illuminazione: ero in ritardo secondo il mio orario abituale, ma se solo mi fossi pensato a Londra o in un altra città, come spesso mi accade durante l’anno, non sarei stato in ritardo, anzi.

Tutto si sta facendo più chiaro e sta producendo un cambio di visione che credo possa essere determinante per il mio futuro come persona e come professionista.

Il tempo è una convenzione

Il tempo non esiste in natura, un albero non sa che ore sono, un gatto risponde a bisogni fisiologici ma non sa che ore sono.

Siamo noi, esseri umani ritenuti più intelligenti (ma davvero??) a rovinarci la vita con il tempo e soprattutto con l’idea di scarsità del tempo che ci porta a vivere tutto di fretta, ad accelerare qualsiasi processo dato che per definizione di tempo ce n’è poco.

Attenzione hai già 40 anni e devi fare per forza un figlio. Ma chi lo dice che è tardi? Ma chi dice che devo farlo per forza?

In realtà di tempo ne abbiamo quanto ne vogliamo se puntiamo a valorizzarlo, a viverlo anziché ad attendere che passi. Basta sintonizzarsi ognuno sulla propria frequenza piuttosto che vivere sulle frequenze altrui. 

Ultimamente nel mio feed Instagram ho letto una frase che mi ha emozionato: tutti vogliono allungare il tempo, ma bisognerebbe imparare ad allargarlo.

Tra l’altro i recenti studi di fisica quantistica dimostrano abbastanza chiaramente l’esistenza di multi dimensioni spaziali e temporali, dimostrando chiaramente che quanto conosciamo dei concetti di spazio e di tempo sia arbitrario e limitante.

Credo che il rapporto con il tempo sia una delle chiavi per il successo di uno Sport Trader e che imparare a vivere sulla propria personale frequenza sia fondamentale per il proprio successo.

È tutta questione di tempo, ma di tempo individuale perché anche breve termine e lungo termine sono concetti arbitrari se slegati dal flusso della propria energia. 

Alla fine diventa più facile prendere decisioni, più facile attendere l’occasione giusta ed è più facile avere una visione orientata al futuro, con la consapevolezza che di tempo ne abbiamo, sempre e comunque.

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